Anche la vendemmia, in questi ultimi anni, ha subito un processo di meccanizzazione, come, d’altra parte, è accaduto, nel tempo, a molte altre attività agricole.
È arrivata, infatti, nei vigneti di tutto il mondo la vendemmiatrice.
In alcuni casi ha rivoluzionato il sistema produttivo del vino, in altri, invece, non può essere presa in considerazione.
Vediamo quali tipi di vendemmiatrici esistono in commercio, cosa fanno, i pro e i contro del loro utilizzo.
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Tipologie di vendemmiatrice
Innanzitutto dobbiamo fare distinzione fra vendemmiatrici trainate e vendemmiatrici semoventi. Le prime vengono appunto trainate dalla trattrice, le seconde sono dotate di un motore proprio.
Oggi le vendemmiatrici trainate sembrano andare per la maggiore grazie soprattutto ai grandi progressi tecnici degli ultimi anni. Dobbiamo dire che le differenze fra vendemmiatrici trainate e semoventi stanno diminuendo sempre di più ma vediamo insieme i pro e i contro di entrambi i modelli.
Vendemmiatrici trainate
Possiamo iscrivere nella lista dei pro una maggiore capacità di superare le pendenze (cosa non da meno quando si tratta di lavorare in terreni non pianeggianti) e un peso contenuto che però può originare un maggior calpestamento del terreno vicino alle radici. Sicuramente uno dei vantaggi delle vendemmiatrici trainate sono i costi contenuti, sia parlando di acquisto sia di costi di lavoro.
Unico dato da inserire nei contro di questi macchinari è sicuramente la bassa produttività, in media ci vogliono 8 ore di lavoro per raccogliere circa 2 ettari.
Vendemmiatrici semoventi
Al contrario delle precedenti, le vendemmiatrici semoventi hanno un’alta produttività che può arrivare anche fino a 5 Km/h, il che si traduce in circa 8 ettari di raccolta al giorno in pianura. Sono facili da spostare e, cosa molto importante, possono montare anche altre attrezzature.
Fra i contro c’è da tenere a mente i costi più elevati, sia di acquisto che di gestione.
Vendemmiatrici a scuotimento orizzontale
È poi possibile fare un’altra differenziazione fra vendemmiatrici a scuotimento orizzontale o verticale. Le prime sono particolarmente efficienti su forme di allevamento a parete verticale come il Guyot o il cordone speronato. Si pongono a cavallo del filare; al loro interno sono presenti degli scuotitori su entrambi i lati, che trasmettono una vibrazione alla pianta e fanno sì che gli acini cadano dai grappoli, che poi vanno a depositarsi in appositi serbatoi. Qui, un gruppo di pulizia elimina, aspirando, tutto il superfluo, come, ad esempio, le foglie che vengono raccolte assieme all’uva. Le vendemmiatrici a scuotimento verticale invece si utilizzano principalmente con forme di allevamento a spalliera, poco utilizzate in Italia. In questo caso il tronco viene scosso per permettere il distaccamento degli acini.
Pro e contro della vendemmiatrice
Le macchine vendemmiatrici vengono scelte prevalentemente per due motivi: ridurre i costi – minore impiego di manodopera stagionale e non – e velocizzare le attività di raccolta.
Non tutte le aziende, però, possono prendere in considerazione questa opzione. Di solito, sono le aziende di grosse dimensioni ad usufruite di queste attrezzature, che hanno costi di acquisto o noleggio e di gestione comunque rilevanti.
La vendemmiatrice, di per sé, ha anche un “punto debole” che non si concilia con alcune esigenze di produzione: durante la raccolta meccanizzata non viene effettuata dalla macchina nessuna selezione, viene raccolta indistintamente tutta l’uva e questo rappresenta ancora un handicap per le produzioni vinicole che fanno di queste attenzioni e cure un vanto.
In ultimo: la vendemmiatrice non può essere usata su tutti i vigneti, vuoi per le pendenze, per i terrazzamenti – come avviene in alcune parti d’Italia – per l’impraticabilità di alcune strade di campagna, oppure ancora per la forma di allevamento che non si presta.
Ma laddove è possibile utilizzarla, il risultato è, senza dubbio, soddisfacente in termini di risparmio di tempo e manodopera.