Tipologie di innesto a confronto
Quale scegliere e quando usarlo

M.A.I.E.R. Srl

L’innesto è una tecnica che permette di unire due piante per ottenerne una sola, combinando le qualità del portainnesto, cioè la parte inferiore con radici, con quelle della marza, la parte superiore, che produce fusto e frutti.
Esistono diverse modalità di innesto, ognuna con i suoi vantaggi e adatta a situazioni diverse: cambia il tipo di taglio, il momento dell’anno in cui si opera, la forma e lo stato delle piante coinvolte.

Analizziamo le varie tipologie di innesto


Vediamo le principali tipologie di innesto utilizzate oggi in frutticoltura e vivaistica, con un focus su quando e perché sceglierle.

Innesto a spacco diametrale


È uno degli innesti più semplici e diffusi. Si esegue praticando un taglio verticale al centro del portainnesto, di solito già potato, inserendo poi una o due marze appuntite a cuneo.

Quando si usa:

  • In primavera, su alberi già adulti

  • Ottimo per cambiare varietà su alberi esistenti

  • Indicato per piante con fusti di medio-grande diametro – come olivo, melo, pero


Pro: semplice da eseguire, buona riuscita se fatto correttamente.
Contro: richiede un diametro del fusto sufficiente.

Innesto a spacco inglese


È una variante più elaborata dello spacco classico. Sia la marza che il portainnesto vengono tagliati in diagonale, poi si esegue un piccolo intaglio su entrambe le parti per incastrarle meglio.

Quando si usa:

  • In primavera, tra fine inverno e inizio germogliamento

  • Su marze e portainnesti di diametro simile – molto usato in vivaio

  • Ideale per piante da frutto, anche per giovani viti


Pro: offre un contatto molto preciso tra i tessuti, migliorando la saldatura.
Contro: richiede buona manualità e precisione.

Innesto a spacco laterale


Si realizza praticando uno spacco obliquo o verticale su un lato del portainnesto, in cui si inserisce la marza. A differenza dello spacco diametrale, qui il tronco o ramo principale rimane intatto.

Quando si usa:

  • In primavera o a fine inverno

  • Utile su piante giovani o su rami secondari

  • Spesso impiegato su agrumi, olivo, ciliegio


Pro: non interrompe la linfa principale, quindi è meno invasivo.
Contro: la saldatura può richiedere più tempo.

Innesto a triangolo


È simile allo spacco laterale, ma più raffinato. Si intaglia una sede triangolare nel portainnesto e si prepara la marza con un taglio a forma di cuneo, anch’esso triangolare.

Quando si usa:

  • In primavera, su piccoli portainnesti o giovani piante

  • Spesso usato per varietà delicate o per ottenere un’unione più stabile


Pro: buona tenuta, alta compatibilità dei tessuti.
Contro: richiede precisione nel taglio.

Innesto a corona


Viene eseguito tagliando il portainnesto di netto e inserendo più marze – da 2 a 4 – tra la corteccia e il legno, come fossero incastonate a raggiera.

Quando si usa:

  • In primavera, su alberi adulti con tronchi di grosso diametro

  • Perfetto per sostituire la chioma con una nuova varietà


Pro: consente di cambiare varietà su piante mature in modo rapido.
Contro: più invasivo; richiede alberi sani e vigorosi.

Innesto a gemma


È una tecnica in cui si inserisce una singola gemma senza corteccia nel portainnesto, solitamente in una piccola incisione longitudinale.

Quando si usa:

  • In estate – gemma dormiente – o a fine inverno – gemma vegetante

  • Diffusissimo in vivaio, su drupacee, agrumi, olivo e ornamentali


Pro: rapido, economico, poco traumatico per la pianta.
Contro: richiede grande precisione per non danneggiare la gemma e richiede portainnesti giovani e ben sviluppati.

Innesto a occhio


È un altro nome dell’innesto a gemma. In questo caso si preleva una gemma con una piccola porzione di corteccia, detta "scudetto", e la si inserisce in un taglio a T sulla corteccia del portainnesto.

Quando si usa:

  • Come l’innesto a gemma: estate o fine inverno.

  • Su piante in fase di crescita attiva.


Pro: molto pratico nei vivai.
Contro: meno adatto a piante vecchie o molto lignificate.

Come si può ben vedere, non esiste una tecnica di innesto migliore in assoluto: esiste quella più adatta a ogni situazione. La scelta è quindi dettata dall’osservazione e dall’esperienza: un innesto riuscito è frutto di prove, studi, successi e anche errori. È proprio così che si impara questa arte agronomica antica e affascinante.

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