Agricoltura intensiva o estensiva
Tutte le differenze

M.A.I.E.R. Srl

Nel mondo agricolo è sempre più di attualità la contrapposizione di vedute in seno alle differenti pratiche agricole. Tra quelle di tipo intensivo, industriali basate sulla specializzazione, che hanno come scopo quello di migliorare l’efficienza produttiva dei sistemi colturali e pratiche agricole di tipo estensivo, basate sulle produzioni locali, che hanno come scopo principale quello di migliorare la sostenibilità e la resilienza dei sistemi agricoli.

Differenza tra agricoltura intensiva ed estensiva:


Con agricoltura intensiva, si intende una metodologia basata sulla dipendenza dall’apporto di risorse generate all’esterno del sistema agricolo, cercando di ricavare il massimo da poche singole colture, con il minor sforzo e costo possibile.

Caratteristiche principali:

  • Meccanizzazione

  • Utilizzo di fertilizzanti

  • Utilizzo di semi selezionati



agricoltura

Nell’agricoltura estensiva, si utilizzano esclusivamente gli elementi disponibili in natura senza l’inserimento di altre tecnologie, con una conseguente produttività inferiore rispetto all’agricoltura intensiva, poiché la resa dipende esclusivamente dalla naturale fertilità del suolo coltivato. Il mondo dell’agricoltura è sicuramente un mondo molto vasto che prevede varie pratiche e varie tipologie di coltivazione. Negli ultimi decenni a fronte di una crescente agricoltura intensiva che prevede una forte meccanizzazione e il massimo sfruttamento del suolo, si è sviluppata molto anche l’agricoltura estensiva che invece prevede un utilizzo limitato di macchinari, bassi investimenti e un graduale ritorno all’agricoltura di un tempo con appezzamenti di terreno sia di piccole o medie dimensioni che molto estesi.

Con il termine agricoltura estensiva si indica quindi una vasta tipologia di modelli agricoli che mirano comunque a limitare l’impatto dell’uomo sull’ambiente.
A differenza dell’agricoltura intensiva infatti, quella estensiva mira a utilizzare una quantità minore di fertilizzanti in modo da evitare di inquinare le falde acquifere.
In Italia l’agricoltura estensiva viene utilizzata soprattutto per la coltivazione di cereali e spesso i campi vengono utilizzati anche per l’allevamento.


In termini pratici possiamo dire che l’agricoltura estensiva ha una resa minore rispetto a quella intensiva e richiede una grande quantità di terreni coltivabili.

Fra i suoi vantaggi invece dobbiamo tener conto del ridotto utilizzo di mezzi agricoli che diminuiscono l’inquinamento, di una maggiore efficienza del lavoro e di un basso utilizzo di fertilizzanti. Un lato in più a favore di un’agricoltura di tipo estensivo è sicuramente il benessere di piante e animali oltre che dell’ambiente che ci circonda.

Pro e contro dell’agricoltura intensiva


Possiamo dire che l’agricoltura intensiva è stata fondamentale per lo sviluppo economico degli ultimi decenni e ha permesso di avere a disposizione grandi quantità di prodotti. Fra i pro potremmo registrare anche il fatto che impiega e offre lavoro a moltissime persone creando un indotto economico molto alto.

Fra i contro invece dobbiamo registrare soprattutto il forte attrito con l’ambiente e la natura. Per far fronte a una domanda sempre più alta infatti vengono forzati i ritmi naturali e modificati gli equilibri ecologici con un forte impatto sull’ambiente. L’utilizzo di grandi e numerosi macchinari (con il loro consumo di petrolio), l’abuso di fertilizzanti e pesticidi chimici e lo sfruttamento delle risorse idriche sono poi alla base dei mutamenti climatici a cui stiamo assistendo negli ultimi anni.

Sono tutte pratiche sostenibili:


L’idea condivisa da più parti ormai, è che certi tipi di agricoltura considerati più industriali, che sfruttano le risorse sia interne che esterne al sistema agricolo, al fine di riuscire ad avere un’alta resa elevata, siano da accantonare, in quanto non più sostenibili sia dal punto di vista ambientale che dal punto di vista sociale ed economico.
Ed è in seguito a questi ragionamenti che stanno prendendo piede sempre di più tutte quelle pratiche agricole meno impattanti per l’ambiente.

Studiando le differenze:


I sostenitori dell’agricoltura industriale difendono queste pratiche, perché tendenzialmente associate ad una resa maggiore, permettendo così un utilizzo minore di terreno e quindi risparmiare terreno utile per la conservazione della biodiversità.
Le pratiche agricole alternative, permettono si di raggiungere con più facilità la sostenibilità economica, in quanto non fanno affidamento sull’utilizzo di input esterni, che hanno i loro costi, ma sono necessari alcuni anni prima di poter godere dei benefici finanziari derivati dal passaggio da un’agricoltura di tipo industriale ad un’altra alternativa.

Le strategie Europee:


A partire dalla fine degli anni 60 attraverso la Politica Agricola Comune dei sussidi sui prezzi di vendita e egli aiuti del mercato, che ha permesso a molti agricoltori di specializzarsi nella loro produzione, le attività agricole sono diventate per lo più basate, sull’intensificazione e sull’aumento delle dimensioni delle aziende e su un grande utilizzo di input esterni.

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