Orto spaziale
Iniziano i test

M.A.I.E.R. Srl

L'agricoltura spaziale non è più fantascienza, ma una realtà tangibile che si sta sviluppando anche grazie all'ingegno e alla tecnologia italiani.
Il progetto Hort3Space, che consiste nella creazione di un orto spaziale hi-tech destinato a supportare le future missioni umane su Marte, nato dalla collaborazione tra ENEA e l'Università La Sapienza di Roma, rappresenta un passo avanguardistico verso la coltivazione di vegetali in ambienti extraterrestri: questo sistema di coltivazione idroponica multilivello completamente automatizzato, dotato di luci LED specifiche e di un braccio robotico integrato, è stato progettato per adattarsi alle condizioni estreme dello spazio.

Il focus di Hort3Space è su vegetali come il ravanello rosso e il cavolo rosso, selezionati per la loro ricchezza in antiossidanti, vitamine e minerali, elementi cruciali per il sostentamento degli astronauti in missioni di lunga durata, e per la loro adattabilità – elemento non trascurabile in questo frangente.
Questo orto ipertecnologico non solo fornirà cibo fresco e nutriente agli astronauti, ma servirà anche come banco di prova per studiare i consumi energetici e l'efficienza della coltivazione idroponica automatizzata in condizioni di isolamento, come quelle simulate nella missione Amadee-24 in Armenia, che vede coinvolti sei astronauti in una serie di esperimenti scientifici multidisciplinari che includono quelli relativi all’agricoltura.

Aggiungiamo che la missione AMADEE-24, coordinata dall'Austrian Space Forum con il supporto delle istituzioni armene, ha anche esplorato altri settori cruciali per l'esplorazione spaziale, come le geoscienze, la robotica, l'ingegneria e la scienza della vita. Gli esperimenti condotti hanno contribuito a migliorare la comprensione dei limiti e delle opportunità delle tecnologie testate, facilitando il trasferimento tecnologico e la preparazione per le reali missioni umane su Marte.

Un altro esempio di eccellenza italiana è il GREENCube, un mini orto spaziale sviluppato da ENEA in collaborazione con l'Università Federico II di Napoli e la Sapienza Università di Roma: lanciato in orbita con il vettore Vega-C dell'ESA, GREENCube è un cubesat che ospita un orto idroponico a ciclo chiuso, progettato per testare la coltivazione di vegetali come il crescione in assenza di gravità. Questi test, che dureranno circa venti giorni, sono fondamentali per valutare la fattibilità dell'agricoltura in orbita e per garantire agli astronauti la possibilità di autoprodursi cibo fresco durante le missioni spaziali.

Queste iniziative non solo aprono la strada a nuove possibilità di coltivazione nello spazio, ma promuovono anche la sostenibilità e l'autosufficienza in ambienti estremi.
L'orto spaziale italiano è un esempio di come la ricerca e l'innovazione possano superare i confini terrestri e contribuire significativamente al progresso dell'esplorazione spaziale. Con il successo di questi progetti, l'umanità potrebbe presto godere dei frutti di un'agricoltura che trascende il nostro pianeta, alimentando non solo il corpo, ma anche lo spirito di avventura e scoperta che ci spinge verso l'ignoto.

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